Ieri, durante il discorso del presidente Consob Paolo Savona (in foto) in occasione della presentazione della relazione annuale Ocf 2018 (qui la news su tutti i dati) c’è stato un piccolo momento di imbarazzo.
Ieri il numero uno della Consob durante il suo discorso ha detto di essere “un utente dei consulenti indipendenti”. Un fatto che ha destato un certo scompiglio perchè è stata lunga la battaglia per chiamare questi professionisti “autonomi” e non “indipendenti”, in virtù del fatto che non fanno riferimento a delle mandanti e che, pertanto, possono operare autonomamente.
“Nel campo della finanza l’innovazione è continua, fatta la legge il mercato prima o dopo trova il modo di aggirarla”, ha continuato ieri Savona. “L’inseguimento tra il legislatore e la fantasia innovatrice è destinato all’insuccesso, bisogna avere questa coscienza. Dobbiamo dotarci di strumenti per accorciare questa distanza. I consulenti finanziari indipendenti sono indispensabili perché i gestori del risparmio, e i loro consulenti, devono porre un equilibrio tra gli interessi dell’impresa e gli interessi della comunità”.
Come spiega il numero uno della Consob i consulenti “indipendenti” non hanno questo problema: “Devono dimostrare di far bene e danno un contributo fondamentale, che è poi quello che ha ispirato l’Organismo di vigilanza che è nei fatti un Presidio di vigilanza. Nello svolgere questa funzione in modo indipendente riescono a introdurre nel sistema dei nuovi meccanismi”.